In un giorno di cielo plumbeo, con piogge torrenziali, mi trovavo in un palazzo del settecento per preparare un concerto. Impegnato con lo sguardo sul pianoforte, non mi accorsi che aveva smesso di piovere, ma con la coda dell’occhio scorsi fortuitamente uno sfolgorio di colori. Dalle grandi vetrate, l’immagine di un meraviglioso arcobaleno, mi rapì totalmente. Era enorme: dal prato del palazzo nobiliare si estendeva sino al mare. Fu una sinestesia! Smisi di ripassare il programma e accennai una musica piena di colori ed incanto, riflesso dell’ipnotico arcobaleno.

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